Il tufo è la pietra che in qualche maniera mi sembra più adatta a rappresentare sembianze e sentimenti umani. I suoi gialli, i suoi bruni,
le sue imperfezioni fatte di fossili, cavità, o altri minerali, la rendono una pietra calda, viva; all'opposto del marmo, che invece trovo freddo e vicino a una perfezione che può solo rispecchiare l’uomo ideale.

  Ma è soprattutto nella imprevedibilità, a causa delle citate discontinuità, il fascino di questa pietra che impone limiti e compromessi da accettare senza riserve, nel momento che si manifestano, per non correre il rischio di compromettere l'intera opera. Bisogna sapere intuire quando fermarsi, ricercando l'equilibrio tra ciò che si vuole rappresentare e ciò che la pietra permette di svelare.”